martedì 26 febbraio 2013

Pesce marcio

E' successo altre volte. Abbiamo le spalle larghe.
Troppo.
E questo Paese è fatto così: una parte di gente a cui sta bene una classe dirigente ladra e corrotta, laida. Una parte che non ha voglia d'altro se non di urlare, di avercelo duro, di sfasciare. E una parte che si barcamena tra etica, i propri doveri (pochi i diritti), le responsabilità del vivere civile. Quella che si potrebbe definire gente per bene.
La gente per bene, in questo Paese, non ce la fa.
E' minoranza storica. Non urla, non sbraita, non s'incazza (al massimo si sdegna o si arrabbia) e nel sistema mediatico in cui siamo calati non si sente. Chi urla più forte vince, figurarsi che risultato può avere chi parla a voce bassa, chi ha il coraggio di dichiarare "Io non abbandono la nave. Posso starci da capitano o da mozzo ma io non abbandono la nave".

I bambini hanno un occhio, un occhio lungo che è quasi utopico perché non conoscono ancora certe sottigliezze dell'essere adulti. Le scaltrezze.
Ci sta che quando tu gli spieghi quel che è successo, quali siano stati i risultati, li vedi che diventano silenziosi. Si potrebbe dire pensierosi?
Perché una loro sintesi la fanno. Ed è molto efficace. Molto.

"Babbo. Ma è come se gli italiani avessero dovuto scegliere tra un lecca-lecca e un pesce marcio. E hanno scelto il pesce marcio".
Ecco, loro non capiscono altro che questo.
Noi adulti, invece, chissà.

1 commento:

Link Within

Related Posts with Thumbnails