mercoledì 30 maggio 2012

I tappini. L'evoluzione della specie

 Avevo raccontato qui i tappini e tutto il mondo che si tirano dietro.
Ogni tanto, dicevo, srotoliamo ancora quel campo di carta e i tappini giù, per terra, a fare le squadre: questo di qui, quest'altro di là.
Però non era mai scattata la molla.
I tappini restavano distanti.
Un gioco poco appassionante per l'uomo piccolo che si confronta con ben altre realtà: chi, tra i suoi amici, a calcio ci gioca davvero, chi ne parla spesso facendo riferimento ai campioni del momento (e lasciamo perdere questi cialtroni che rubano con le scommesse clandestine... A un bambino questo sarebbe davvero troppo "doloroso" da spiegare). E poi album, figurine, chipz e le simulazioni iperrealistiche delle console.
L'uomo piccolo galleggiava in un mondo ancora non suo, con qualche mito nella testa, qualche nome esotico di squadra: Barcellona, Real Madrid. Chissà che voli di fantasia, nella testolina.
Finché, pochi pomeriggi fa, ci siamo ricordati di una scatola che la zia S aveva avuto l'intuizione di regalarci. Provo, mi son detto, magari funziona.


 Beh, lo vedete anche voi: non c'è paragone, coi tappini. L'uomo piccolo è partito a razzo, fuori di cotenna. In due pomeriggi di gioco abbiamo già deciso di comprare altre due squadre (guarda caso Barcellona e Real Madrid).
Non faccio in tempo a rientrare in casa che sono precettato per la partita del giorno.
Prima di cena c'è una partita, dopo cena c'è una partita. Diventiamo esperti a velocità supersonica (erano secoli che non tenevo questi ritmi, sul panno verde...) e ci stiamo divertendo da matti. Lo confesso.
Insomma, il subbuteo ERA cosa da ricchi. E, adesso, eccolo qua questo lusso.



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