giovedì 29 dicembre 2011

Il campo invernale

A giudicare dalla lussuosa indifferenza con la quale siamo stati accolti al rientro dal  suo primo campo invernale (che, nel frattempo, sarebbe potuto trasformarsi in tragedia visto che la donna grande ha la bronchite e l'uomo piccolo l'ha dovuto affrontare senza "supporti emotivi") direi che l'esperienza si è svolta positivamente. O senza traumi, almeno.
- Uomo piccolo, hai avuto un po' di nostalgia?
- Sì, babbo, tantissima. Vedi, questa è una scala: c'è l'1, il 2 e il 3. E vedi dove tocca il mio dito?
- Sì, uomo piccolo, tocca il 3. Non vorrai mica dire che la nostalgia è stata di livello massimo?!
- Certo, babbo. Il massimo...
- E allora hai avuto voglia di piangere? Hai pianto un pochettino?...
- (scrollata di spalle) Neanche un po', babbo.

Insomma, come sempre, gli adulti si macerano, son lì che pensano e ripensano (magari un po' segretamente) temendo che "quella" telefonata prima o poi arrivi e invece quei piccoli esseri trovano le loro grandi emozioni e le governano come meglio non si potrebbe. Una filastrocca ossessivamente ripetuta (l'uomo grande è campione universale di reiterazioni ossessive...), mettere in mostra la promessa (sarebbe il fazzolettone che gli scout portano al collo) come il vero trofeo del campo, appartarsi con quello che abbiamo capito essere stato l'amico di giornata per un ultimo saluto, tutto fa parte di un rito liberatorio: quello di essere rientrato in famiglia avendo superato brillantemente la prova.
Ché di sorella maggiore ce n'è una sola e riuscire a fare qualcosa prima e senza di lei è la più grande delle conquiste. Per ora la donna grande ha dato uno sguardo distratto alla promessa: solo per un attimo ha temuto di essere l'unica del branco a non averla ancora. Poi, quando ha capito che diversi erano i bambini ad aver saltato il campo, si è tranquillizzata. Ha ripreso la sua strada, guardando l'uomo piccolo con la solita prospettiva. Dall'alto in basso.
Vediamo se nei prossimi giorni l'uomo piccolo dimostrerà di aver fatto tesoro di questo piccolo traguardo o se la sua esistenza sarà, come al solito, subordinata al pollice-su o pollice-verso della donna grande.
Per ora, dorme di là beato nel suo letto. La promessa ce l'avuta al collo fino a due secondi prima di mettersi sotto le coperte.
Quando ha deciso che era arrivato il momento di toglierla è crollato addormentato. All'istante.
Missione compiuta, per adesso. E buonanotte!

5 commenti:

  1. ah genitori, genitori nostalgia a livello 3 ma fronteggiata ed ancora non sono soddisfatti :)

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  2. @amanda: però un pochino poteva anche piagniucchiare, no?! Poteva farlo per noi... ;-)))

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  3. quanto è difficile lasciarli andare per la loro strada dell'autonomia!

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  4. mio figlio è entrato quest'anno nei lupetti in un gruppo dove non conosceva nessuno. a due settimane dalla prima riunione è partito per l'uscita con pernottamento e non ha fato "beh". sono forti, fortissimi questi nostri figli, per fortuna. e anche se fanno i duri, va bene così. meglio di chi piange che non ci vuole andare, aggiungo. la strada sarà più facile, anche per noi se loro l'affronteranno sereni. d'altra parte stiamo lavorando per questo, no?

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