mercoledì 24 febbraio 2010

Italiani ladri

Capita spesso, parlando con le persone delle nostre disgrazie nazionali, commentare dicendo "vabbè, ora abbiamo proprio toccato il fondo".
Capita spesso anche qui, sulla rete, che rimbalzino, dall'Alpi alle piramidi, gli sconforti di tanti.
Oggi siamo a "una delle più colossali frodi poste in essere nella storia nazionale".
Scusate, lo vorrei ripetere un po' meglio:

"UNA DELLE PIU' COLOSSALI FRODI POSTE IN ESSERE NELLA STORIA NAZIONALE".

C'è chi è vissuto all'epoca di Mazzini e Garibaldi, chi in quella di Leonardo da Vinci. E chi è nato e cresciuto all'ombra di questa gente qui.
Oggi, la nostra storia nazionale parla di LADRI SISTEMATICI. E impuniti: giurateci e scommettete, lo saranno anche stavolta.
Vedrete.

E non stiamo parlando di una costola deviata della società (la criminalità organizzata, "o' sistema", come dice Saviano).
No.
Parliamo di due delle più visibili aziende del Paese. Una nata da pochi anni, con una propaganda politica, sociale, mediatica, pubblicitaria da urlo: la modernizzazione, la fibra ottica fin dentro le vostre budella. Con l'ex presidente Scaglia che è "ricercato" (storia già vista?). L'altra è "l'Azienda", quella coi profitti d'oro, quella dei bilanci megagalattici e sempre in crescita (fino a pochissimi anni fa, almeno).
Questa gente, questi capitalisti ignoranti tronfi cialtroni e ladri, questi montezemoli d'accatto, ha rubato, ruba e continuerà a farlo. Lorsignori stornano fondi per comprare il sesto yacht (ché due non bastano) a quel Tronchetti-come-diavolo-si-chiama. Creano fondi neri per comprarsi la mafia e, con essa, la politica. Quella grossa, quella dei capintesta, non quella del parlamentarucolo eletto all'estero. Per poi ricambiare il favore. E ripartire. "Teniamo famiglia".
Questa gente ha incistato un cancro nella società italiana e l'ha lasciato a noi: loro restano superiori, sono ad un livello di beata yachtitudine che noi facciamo fatica persino a concepire.

(Pausa) Cosa deve insegnare un padre (o una madre, beninteso) a dei figli, in un Paese siffatto?!
Non certo se scappare all'estero o restare, nel dubbio amletico dell'ingenuo di turno.
Piuttosto bisogna scegliere tra insegnare a rubare ("rubate tutto, figli miei, arraffate quel che potete e fottetevene degli altri. Compratevi il concorso per un posto alla Asl. Compratevi le persone. Arricchitevi") per rimanere al passo coi tempi oppure insegnare la povera rassegnazione muta ("lasciate che vi portino via tutto, bambini, noi siamo onesti: lasciate che vi rubino le scuole, gli ospedali, il lavoro e che facciano pagare a voi le tasse che loro si scolano in champagne, in droga, in armi, mignotte e chissà che altro").

(Reprise) Io che non ho mai rubato nemmeno una mela nelle crisi di fame adolescenziali. Io che mi vergogno a contrattare cinque lire di sconto persino al mio amico Iba che mi vende i fazzoletti fuori da scuola (se il prezzo è quello, lo pago, è la mia regola).
Io che noi.
E noi? Quanti di noi rubano sistematicamente? In quanti siamo ad essere corrotti e mafiosi come loro? Chi di noi maneggia fondi neri, denaro sporco e riciclato?
C'è qualcuno, là fuori?!

Spesso ci guardiamo specchiati dalle grasse risate che all'estero si fanno di noi. Da stamattina, la Terra intera si vergogna di averci sul mappamondo.
"Italiani ladri". Forever?
E buona giornata, coscienza.

5 commenti:

  1. la sai una cosa? sto fuori da tanto tempo e spesso quando mi chiedono di dove sono e dico italiana son li' che mi aspetto il colpo basso, l'ironia che ci starebbe tutta. E, praticamente sempre, rimango basita dal fatto che non arrivi. Dal fatto che il commento sia sempre con il sorriso aperto, con lo sguardo sognante, con i ricordi di un viaggio passato, o il sogno di uno futuro, con la menzione di una precisione e di una conoscenza che io non posseggo di meraviglie artistiche culturali o gastronomiche. E quando mi sento in dovere di aggiungere, si ma ormai la vita e' difficile, i politici hanno fatto un casino, la reazione e' di consapevolezza ma anche di volatilita', lo schifo non copre la bellezza, non puo', non per sempre. Vorrei tanto ritrovare lo stesso sguardo negli italiani, lo stesso orgoglio di alzar la testa e dire basta, che non ce lo meritiamo proprio, la stessa fiducia che non esiste l'ineluttabile. Basta e ricominciamo, si puo': insegnate questo ai bambini, fatemi questo regalo, fatelo ai miei di bambini, per quando pensano alla casa della loro mamma e del loro papa'.

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  2. Caro Desian, è un po' di giorni che penso a questa storia, così come all'esito di Sanremo (di cui non mi importa niente), così come al nano che ultimamente, pubblicamente, afferma di non volere i corrotti nel suo movimento (di questo mi importa di più). La mia conclusione non è né nuova, ma nemmeno facile o banale: fuggire, non so dove, ma in qualche posto dove regni non solo la democrazia, ma anche vi siano uguali opportunità per la gente comune e onesta. Gente che, per fare un solo esempio, non debba ricorrere a una conoscenza per avere un posto in ospedale, ma che abbia questa possibilità nei tempi, lunghi o brevi che siano, che spettano a chiunque altro.
    Ho detto che non si tratterebbe di una decisione nuova, quella di cambiare Paese: da sempre l'uomo cerca di vivere dove può stare meglio e dove esistono migliori opportunità per sé e per i suoi figli. E ho detto anche che non sarebbe una decisone facile e banale: non è cosa semplice, infatti, fare le valigie e lasciare ciò che, più duramente di come si fa in altri posti, dato che chi scrive lo ha fatto onestamente e spesso ha avuto a che fare con concorrenti e arbitri sleali, si è costruito. Prima di tutto lasciare il lavoro, che qui si deve sudare molto di più per averlo e per mantenerlo, che nel svolgerlo. E poi chi ha davvero il coraggio di prendere il mare con un figlio piccolo al seguito?
    Non è facile la scelta: vivere dove siamo, come dei maiali, alimentati da ciò che ci viene concesso dal padrone o dal dittatore o dal 'maiale più uguale' di noi, oppure prendere coraggio e indossare un paio o due paia di ali.
    Di tutta questa faccenda presto parlerò anche nel mio blog.
    A presto, Cristiano

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  3. un corollario al post, piu' amaro del primo commento che ho fatto, e' che il tuo " Da stamattina, la Terra intera si vergogna di averci sul mappamondo" e' sostanzialmente illusorio. Sarebbe bello se il mondo se ne fosse accorto e si armasse per liberarci. Non e' cosi', il mondo ancora non riesce a soppiantare la sua idea dell'italia con questo schifo e son ben contenti di venire sulle colline del chianti. Anche questo andrebbe digerito meglio da parte di molti italiani, sempre a proposito dell'ineluttabilita'.

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  4. Ho pensato un po' al commento che avrei voluto lasciarti. Sai che non riesco a scrivere niente? Vorrà dire qualcosa?

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  5. @supermam: ho capito di non essere riuscito a spiegarmi, colpa mia: non volevo comunicare l'ineluttabilità di tale situazione ma proprio il contrario. Se, come è vero, c'è una grande fetta di italiani che NON è corrotta, che NON ruba, che NON corrompe, che NON truffa, beh allora dove siamo tutti?! Perché nessuno scende in piazza?! Il primo marzo sarà la giornata dello "sciopero degli stranieri in Italia": ecco dovremmo avere lo stesso coraggio: non quello di "scioperare" ma decisamente smettiamo di andare al lavoro tutti, insegnanti, impiegati, operai, camionisti, mamme e babbi, ad libitum, finché non si tolgono dalle scatole. Smettiamo di essere succubi, ci vuole qualcosa di assolutamente pacifico, tranquillo, sereno e eclatantissimo!!! E a proposito degli stranieri che vengono in vacanza sulle colline del Chianti, accidenti alla loro bellezza!, sta per arrivare un breve post... ciao!

    @cristiano: beh con te ho già condiviso nel tuo blog una sorta di risposta...

    @m di ms: sì, vuol dire che non abbiamo più parole. Ma, come dicevo sopra a supermam, riusciamo almeno a FARE qualcosa?! No, eh?... :-( O sì?

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