martedì 6 gennaio 2009

Lett(erat)ure

Ho appena finito "L'informazione" di Martin Amis, anno 1995. Un libro strano.
Nel senso che i suggerimenti di lettura per questo autore, e per il libro in particolare, lo mettono sempre tra gli imperdibili.
In effetti Amis è senza dubbio scrittore di grande talento, non ho letto altro ma già in questo libro si vede alla grande.
L'interrogativo, allora, è proprio questo: basta un grande talento per fare un buon o un grande libro? Sempre e comunque?
"L'informazione" mi ha annoiato a morte: la storia, molto gossipata (le citazioni nascoste ed i mascheramenti del reale mondo letterario anglosassone si sprecano - si riconosce persino l'astrofisico Stephen Hawking), di due scrittori, uno di immeritato successo, l'altro immeritatamente fallito.
Ma non la storia letteraria, delle umane passioni e desideri. Semplicemente una nevrotica storia di invidia e di malvolenza...
Non c'è neppure vero svolgimento, tutto passa tra inutili divagazioni pettegolistiche e noiosissime descrizioni di un mondo che sinceramente, a meno che di essere uno studioso (sic!) di gossip letterario appunto, non incuriosisce affatto.
E neppure bastano, per quel che chiedo personalmente ad un libro, qualche sparuta riga di grande scrittura, alcuni brani davvero folgoranti. Ma un po' lasciati a sé stessi.
Pronto a prendermi gli insulti di chiunque l'abbia amato alla follia, "L'informazione" non lo consiglierei a nessuno. Mai.

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